Il mistero del Processo 18 Gennaio ore 18:00

Conferenza di Renato Papa, noto avvocato penalista in Como, a titolo: “Il mistero del processo”Martedì 18 gennaio 2022 ore 18 presso Sala Musa Associazione
Giosue Carducci di Como, viale Cavallotti n° 7

Renato Papa , Presidente Onorario – Presidente dell’Associazione Giosue Carducci dall’anno 2017 al 2020. Nato a S. Pietro Sovera di Carlazzo nel 1943, vive da sempre a Como. Avvocato Presidente del Centro Studi di Diritto Penale Europeo. Già Presidente ed ora Presidente Onorario della Camera Penale di Como e Lecco
È stato docente di diritto penale e processuale penale presso la facoltà di Giurisprudenza dell’Università dell’Insubria. È stato membro del Comitato di Etica dell’Azienda Ospedaliera S.Anna di Como. È stato membro del Consiglio dell’ordine degli Avvocati e Procuratori di Como. È stato Presidente di Commissione ad esame di avvocato presso la Corte d’Appello di Milano. Vincitore dell’edizione 2018 del premio letterario Antonio Fogazzaro, sez. Il Baule della Memoria. Autore di numerosi articoli su problemi di diritto penale e di deontologia della professione forense. “Il mistero del processo”: il titolo suggestivo di un libricino del grande giurista e scrittore Salvatore Satta, fornisce il pretesto per un excursus, sintetico e irriverente, sul processo penale, la sua funzione e la validità dei suoi risultati. Partendo dalle origini del pensiero occidentale e dall’approccio di Gorgia al tema della “conoscenza”, considerata momento fondamentale del processo, dopo una rapida citazione del pensiero giuridico romano, si giunge alla contemporaneità, attraverso una stupefacente esperienza professionale, direttamente vissuta dinanzi
alla corte d’assise di Vicenza, nella cui aula d’udienza campeggiava uno straordinario, disarmante avvertimento: Verità e giustizia, sete dei popoli, potestà
solo di Dio. Un monito distruttivo verso il compito degli stessi giudici. Un monito paradossale che, riportandoci indietro di oltre duemila anni, ci ricollega proprio al pensiero gorgiano, concludendo il problema della conoscenza, come si conclude un cerchio in cui, alla fine del plurimillenario percorso, gli estremi si
congiungono. A questo punto prende avvio una ulteriore indagine sulla natura del processo- gioco”, secondo la famosa visione del celeberrimo giurista Piero Calamandrei: un processo-monòpoli” nel quale la realtà “esterna” , quella effettivamente “vissuta”, non ha più alcun significato e alcun valore, fagocitata e annichilita dalla realtà
“fittizia” del gioco-processo. La rievocazione di una incredibile esperienza professionale esemplifica, con crudezza di accenti, questa profonda, amara verità. Si giunge così, alla terza parte di questa provocatoria esposizione, partendo da un richiamo all’opera di Cesare Beccaria che fornisce alcuni spunti di riflessione sulla sempre attiva ricerca di un processo penale che sia meno “gioco” e sempre più “realtà”. Ma gravano su qualsiasi lodevole impegno di ricerca e di affinamento anche del portato legislativo, il becero formalismo e la miopia interpretativa di giudici incapaci, vanificatori di qualsiasi intelligente comprensione e artefici della più tragica e più comica delle vicende giudiziarie mai vissute nelle aule di giustizia, non solo italiane: quella nota come il famoso“caso Gallo”, irrimediabile escatologia processuale generata da un sistema che non riesce più a esorcizzare l’assurdo e si annichilisce in un paralizzante cortocircuito giudiziario. Il “mistero del processo”, allora, non esiste; è semplicemente l’inquietante ma inemendabile limite fisiologico di uno strumento da cui si pretende l’impretendibile e che vive la inconciliabile antinomia fra una realtà che si è irrimediabilmente
consumata e la arrogante presunzione di volerla fare rivivere (e giudicare!)nell’artificio scenico dei tribunali. Il vero mistero è come mai ancora oggi vi sia un gran numero di persone che guarda
al processo come il luogo da cui attendersi “verità e giustizia” quale prodotto “normale”!  Ad ogni modo va riconosciuto che la vigente formula processuale, pur con tutte le sue inadeguatezze, le sue lacune, i suoi limiti operativi e la necessità di continui rimodellamenti costituisce, senz’alcun dubbio, la peggiore forma di giustizia,  escluse tutte le altre: basta saperlo!

Prenotazione obbligatoria con Green Pass – Telefonare al nr. 031.267 365 Segreteria Istituto Carducci

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